Insegnamenti in acqua

di Mario Reginna

BOLOGNA - Non saranno allenamenti esasperati ma neppure un semplice corso di un weekend gli impegni che dovranno affrontare, a partire da ottobre, gli aspiranti insegnanti di nuoto e attività in acqua della Uisp. A Bologna e Reggio Emilia, rispettivamente il 7 e l'undici ottobre, sono infatti in partenza i corsi di formazione per tecnico-educatore di nuoto e di Aquaria. Entrambi i corsi prevedono 25 ore di lezioni sulle area comuni a tutte le discipline Uisp - in cui vengono trattate la finalità associativa e la metodologia didattica tipiche dell'Unione Italiana Sport Per tutti oltre che il tema dello sviluppo evolutivo dalla nascita fino all'età adulta - cui faranno seguito altre 25 ore interamente dedicate alla parte specifica del nuoto e della ginnastica in acqua. In totale sono 15 gli appuntamenti, così suddivisi tra teoria e pratica. A questo monte di 50 ore di lezione faranno poi seguito altre 50 ore di tirocinio prima di poter sostenere gli esami che daranno il titolo di tecnico-educatore Uisp.

Ma perché nell'ambito della costruzione di queste figure professionali la Uisp insiste sulla dicitura di tecnico-educatore piuttosto che su quella di istruttore o insegnante? "Noi fondamentalmente conduciamo una persona - spiega Elisa Fraboni, responsabile del settore formazione della Lega nuoto Uisp - alla conoscenza di qualcosa che non sa, un qualcosa strettamente legato a un gesto tecnico. Ma per farlo attiviamo modalità metodologiche che prescindono dalla tecnica. Il percorso verso un tecnicismo non è legato semplicemente a un movimento. Per cui tutto va integrato con le emozioni, le relazioni con gli altri, al rapporto che si instaura con la persona, che dipende dal suo vissuto in quel momento. Tutto ciò fa sì che tutto avvenga in modo personale, con una lettura completa dei bisogni e delle esigenze della persona che si ha di fronte. Per cui la definizione di istruttore non risulta consona all'impegno che invece i tecnici-educatori Uisp devono sapere mettere in campo".